ManSardo |
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| Ho visto il film in 3D. Straordinari effetti speciali. Paesaggi incantevoli, scenari mozzafiato. Epopea futurista.
E' l'evoluzione del cinema di fantascienza, forse anche del genere avventuroso. Niente di più, niente di meno.
La storia non presenta elementi di novità che in letteratura e cinematografia non siano stati abbondantemente affrontati. Ricorda molto da vicino Mission, fatte le debite proporzioni tra interpreti e colonne sonore.
Il 3D rappresenta un arricchimento della cinematografia dal punto di vista tecnologico, non da quello artistico puro. Si aggiunge, non sostituisce. Dovrà dimostrare di poter reggere l'urto dei decenni quanto il bianco e nero, sempre attualissimo.
Costringe ad andare al cinema: visto a casa, Avatar è molto meno affascinante.
Adesso è la novità e sbanca i botteghini. Gli effetti mirabolanti distraggono ed è giusto così. Ma domani servirà altro, perchè altrimenti - passata la curiosità iniziale - il pubblico si abituerà anche agli effetti specialissimi e vorrà emozionarsi con la trama. E' una sfida per gli sceneggiatori e i registi.
Forse tre ore di 3D sono troppe. Perchè il cinema tridimensionale cattura, affascina ma è impegnativo. Ho la sensazione che coloro che sono poco allenati ai ritmi da playstation (o sono addirittura digiuni come il sottoscritto) possano soffrire di vertigini.
Avatar è un film molto coinvolgente e molto faticoso.
Quando il 3D, passata la sbornia iniziale, diventerà un ingrediente come gli altri, forse potrà abbandonare il genere strettamente fantascientifico e affacciarsi timidamente altrove, su terreni narrativi più misurati ed equilibrati, dove l'effetto speciale è al servizio della storia e non viceversa. Ma ho la sensazione che per raggiungere questo traguardo debba essere maneggiato da registi europei, meno prevedibili oltre che culturalmente refrattari alla tentazione del "fuoco d'artificio" a tutti i costi.
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